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Diversity and Inclusion in Microenterprises

COMUNICAZIONE INCLUSIVA NEI CONTESTI PROFESSIONALI
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La comunicazione

Aspetti teorici della comunicazione verbale e non verbale

Influenzano il nostro interlocutore:

comunicazione verbale 7%
comunicazione non verbale 93%

Se quello che vogliamo dire è 100:

  • quello che diciamo è 70
  • quello che viene ascoltato è 40
  • quello che viene recepito è 20
  • quello che viene ricordato è 10

La comunicazione è  lo strumento principale di relazione che l’uomo ha a disposizione per creare e mantenere l’interazione con i suoi simili.

COMUNICAZIONE = METTERE IN COMUNE

   

TRASMISSIONE DI INFORMAZIONI

 

STABILIRE DELLE RELAZIONI

 

La comunicazione umana si avvale dell’uso simultaneo di differenti canali

   

VERBALE

NON VERBALE

Il linguaggio è strettamente intrecciato agli aspetti della comunicazione non verbale

non tutto si può esprimere in modo adeguato con le parole

 

La comunicazione non verbale

È il cosiddetto linguaggio del corpo e si manifesta ogni volta che una persona trasmette informazioni ad un’altra attraverso lo sguardo, i gesti, la voce, utilizzando uno o più indicatori non verbali contemporaneamente

“La comunicazione non verbale lascia filtrare contenuti profondi e parla come il linguaggio non sa parlare”

(G. Gulotta, 1991)

 

I SEGNALI NON VERBALI

 
  • sono molto frequenti
  • connaturati  nella comunicazione
  • non sempre è facile riconoscerne il significato e averne la consapevolezza

 

Il comportamento non verbale

Esempio

Un dirigente dice ad un dipendente: “mi prepari una relazione scritta del lavoro che ha svolto nell’ultimo mese”

Il dipendente risponde: “lo faccio subito!” …….e contemporaneamente annuisce con il movimento del capo

   
 

Il dipendente annuisce oltre a dire “si” con il linguaggio verbale

 
REPETIZIONE

Spesso il non verbale migliora il livello di accuratezza del messaggio

 

Gli assiomi della comunicazione

Watzlawick, Beavin e Jackson, hanno postulato l’esistenza di alcune proprietà fondamentali della comunicazione umana.

Tali proprietà vengono chiamate dagli autori ASSIOMI, vengono presi come base di partenza per la costruzione di successive teorie e non necessitano di una dimostrazione ma vengono assunti come veri.

 

1° Assioma

“NON SI PUÒ NON COMUNICARE”

Qualsiasi comportamento – parole, silenzi, attività o inattività – ha valore di messaggio  e influenza gli altri interlocutori che non possono non rispondere a queste comunicazioni

 

2° Assioma

“OGNI COMUNICAZIONE HA UN ASPETTO DI
CONTENUTO E UN ASPETTO DI RELAZIONE,
IN MODO CHE IL SECONDO CLASSIFICA IL PRIMO,
ED È QUINDI METACOMUNICAZIONE”

Ciò significa che il contenuto di un messaggio va interpretato alla luce della relazione esistente tra i soggetti che interagiscono

 

3° Assioma

LA NATURA DI UNA RELAZIONE DIPENDE DALLA PUNTEGGIATURA DELLE SEQUENZE DI COMUNICAZIONE TRA I COMUNICANTI

I nostri scambi comunicativi non sono casuali, una sequenza ininterrotta di scambi viene organizzata introducendo una vera e propria punteggiatura.

Osservando la conversazione tra due comunicanti, si può identificare la sequenza di chi parla e di chi risponde, si può definire ciò che è la causa di un comportamento  e ciò che è l’effetto.

I modi di punteggiare una sequenza di eventi sono soggettivi e possono generare dei conflitti di relazione a volte difficilmente superabili.

 

4º Assioma

GLI ESSERI UMANI COMUNICANO SIA CON IL MODULO NUMERICO CHE CON QUELLO ANALOGICO”

Linguaggio numerico

Linguaggio analogico

L’attività di comunicare comporta la capacità di coniugare questi due linguaggi, nonché di tradurre dall’uno all’altro i messaggi da trasmettere e quelli ricevuti

In tutti e due i casi può essere difficile riuscire a tradurre questi  e si possono fare errori di interpretazione

Linguaggio numerico

  • Riguarda l’uso di parole, cioè segni arbitrari dovuti ad una convenzione sul significato ad essi attribuito
  • è comprensivo di una sintassi logica complessa estremamente efficace ed è lo strumento privilegiato
  • per trasmettere dei contenuti, manca però di una serie di significati importanti per il settore della relazione

LA PAROLA DI PER SÉ ESPRIME SOLO IL SIGNIFICATO CHE LE È PROPRIO

Linguaggio analogico

  • consiste nelle modalità di comunicazione non verbale
  • gesti, espressioni del viso, inflessioni della voce, la sequenza, il ritmo e la cadenza delle parole, ecc.. che servono soprattutto a trasmettere gli aspetti che riguardano la relazione tra i partecipanti

 

5º Assioma

“TUTTI GLI SCAMBI COMUNICATIVI SONO SIMMETRICI O COMPLEMENTARI, A SECONDA CHE SIANO BASATI SULL’UGUAGLIANZA O SULLA DIFFERENZA”

INTERAZIONE SIMMETRICA

INTERAZIONE COMPLEMENTAREA

INTERAZIONE SIMMETRICA

  • è basata sull’uguaglianza
  • si verifica quando il comportamento di un membro tende a rispecchiare quello dell’altro
  • sono gli scambi in cui gli interlocutori si considerano sullo  stesso piano: è questo il caso di comunicazioni tra pari grado (marito/moglie, compagni di classe, fratelli, amici…).

INTERAZIONE COMPLEMENTARE

  • è caratterizzata dalla differenza di posizione assunta dalle persone tra le quali avviene lo scambio comunicativo
  • a volte è il contesto socio-culturale a stabilire relazioni di questo tipo (es. rapporto medico-paziente, insegnante-allievo…) sono gli scambi comunicativi in cui i comunicanti non sono sullo stesso piano (mamma/bambino, dipendente/datore di lavoro)
Stili comunicativi

Stili comunicativi: Assertivo, passivo e aggressivo

Classificazione degli stili

 

Stile passivo

Stile aggressivo

Stile assertivo

Messaggio

Avete ragione, non importa come la penso

Io ho ragione se non la pensate allo stesso modo avete torto

Così è come vedo la situazione e questo è quello che penso

Obiettivo

Evitare il conflitto

Ottenere ciò che si vuole, vincere

Comunicazione e rispetto reciproco

Voce

Talvolta tremolante, piatta e monocorde, volume basso

Molto ferma, tono spesso sarcastico e freddo, prevalenza di toni acuti

Ferma espressiva, chiara e calma, tono intermedio

Eloquio

Esitante e pieno di pause, cambiamenti repentini di velocità, frequenti schiarimenti di gola

Fluente, senza esitazioni, ricco di parole colpevolizzanti, spesso irruente

Fluente, senza esitazioni, l’accento è posto sui punti importanti del dialogo, privo di cambiamenti repentini

Mimica facciale

Sorrisi di circostanza di fronte alle critiche, spesso non pertinente al contenuto della conversazione

Le mascelle sono tenute chiuse e rigide, il sorriso è spesso un ghigno, il viso è spostato in avanti verso l’interlocutore

Sorrisi in presenza di eventi positivi, la collera è espressa in modo visibile, le mascelle sono rilassate

Contatto visivo

Evasivi ed erratico, è orientato verso il basso

Dominante, dall’alto verso il basso

Fermo ma non dominante

Movimenti del corpo

Spesso si siede sull’orlo della sedia, si copre la bocca con la mano,, mantiene una distanza eccessiva dall’interlocutore

Utilizzo dell’indice per additare l’interlocutore, corpo proiettato verso l’altro, movimenti continui, si avvicina troppo all’interlocutore

Movimenti della mani aperti e invitanti, postura rilassata, distanza adeguata rispetto all’interlocutore

 

 

Caratteriastiche del messaggio verbale

Stile passivo

Affermazioni lunghe e ripetitive

Offerta costante di scuse

Uso di frasi che minimizzano i propri bisogni

Uso di parole riempitive, come ad esempio “FORSE”

Uso frequente di affermazioni del tipo “DOVREI”

Frasi di autocommiserazione del tipo mi “MI SENTO PROPRIO GIÙ

Frequenti giustificazioni

Poche affermazioni che iniziano col pronome “IO”

 

Stile aggresivo

Uso eccessivo di affermazioni che iniziano col pronome “IO”

Opinioni che vengono spacciate per fatti

Domande o frasi minatorie

Consigli del tipo “DOVRETSI FARE QUESTO”

Induzione nell’altro di sensi di colpa

Uso di frasi sarcastiche o in grado di avvilire l’altro

Stile assertivo

Affermazioni concise, chiare e adeguate al contenuto

Uso di frasi che iniziano col pronome “io”, o del tipo mi piacerebbe

Distinzione tra fatti ed opinioni

Suggerimenti non costrittivi né colpevolizzanti

Nessun tipo d’imperativi del tipo “DOVRESTI FARE COSÌ”

Critica costruttiva senza colpevolizzazione

Domande volte a capire i pensieri e i sentimenti dell’altro

Proposta di strategie atte a risolvere i problemi

 

 

Perchè sciegliamo uno stile piuttosto che un altro?

STILE PASSIVO

  • desiderio di essere simpatici e di voler essere accettati da tutti. Parte da un assunto di base disfunzionale, quello di dover piacere a tutti sempre e comunque
  • riluttanza a lasciarsi coinvolgere in conflitti per i quali non si possiedono le modalità adeguate di gestione
  • timore che il proprio coinvolgimento non produca risultati positivi; spesso ciò è accompagnato da un senso di scarsa autoefficacia
  • apprensione nel caso in cui dovesse perdere il controllo di se stesso e alzare il tono più del lecito
 

Costi e vantaggi del comportamento passivo

Vantaggi

Costi

si evitano i costi nel breve periodo

Non si riesce ad evitare il conflitto nel lungo periodo

Si ottiene più facilmente l’approvazione e la simpatia da parte degli altri

Non è possibile raggiungere sempre e con tutti questo risultato. La conseguenza è quella di cadere nella frustrazione 

Su assumono minori responsabilità

Se il problema è della persona passiva, il suo disimpegno aggraverà la situazione

Talvolta si riesce a controllare gli altri attraverso messaggi colpevolizzanti

Manipolare e colpevolizzare gli altri produce solo inimicizia e conflitti

 

Si perde gradualmente stima in se stessi, perché si vorrebbe esprimere il proprio punto di vista ma non si è in grado di superare i freni inibitori

 

STILE AGGRESSIVO

  • attraverso il piglio duro e aggressivo si ottengono i risultati. Si parte dal presupposto che gli altri siano sempre ostili e sia necessario attaccare per primi
  • dopo aver aggredito qualcuno ci si sente meglio. È vero ma si tratta di un beneficio ristretto nel tempo, infatti prima o poi la relazione con l’altro ne risentirà
  • il mondo è popolato da gente ostile dalla quale ci si deve difendere
  • si deve restituire pan per focaccia; è sufficiente che l’altro abbia un’opinione diversa dalla propria per attaccarlo senza lasciargli possibilità di esprimersi
  • quando non se ne può più uno scoppio di collera è quello che ci vuole! Questa è la reazione meno criticabile a condizione che l’attacco non produca risultati mortificanti per entrambi i contendenti
 

Costi e vantaggi del comportamento aggressivo

Vantaggi

Costi

Si ottengono risultati nel breve periodo

Nel lungo periodo emergono segni di crescente insopportabilità che producono inimicizia boicottaggio, ecc. 

Si ha la sensazione di dominare la situazione

La perdita di autocontrollo

Ci si vede come persone forti e apprezzate

Si creano inutili e pericolosi sensi di colpa

Lo stile assertivo per l’inclusione

Caratteristiche del messaggio assertivo

  • il messaggio assertivo è diretto, è opportuno sostituire una fraseologia indiretta e manipolativa con una modalità espressiva immediata, utilizzando prevalentemente il pronome “io” . L’espressione “molti pensano che…” diventa “io penso che…”
  • il messaggio assertivo è onesto, esprime  senza ambiguità ciò che la persona pensa o sente. Se mi trovassi in disaccordo col mio interlocutore direi “su alcuni argomenti mi trovo in disaccordo con te perché…”
  • il messaggio assertivo è coerente, ciò che viene affermato a voce corrisponde al linguaggio del corpo. Se il messaggio verbale contiene parole pronunciate in modo calmo e sereno il corpo si esprimerà in modo analogo

 

Critiche costruttive e distruttive

CRITICA DISTRUTTIVA

CRITICA COSTRUTTIVA

È rivolta alla persona, che viene etichettata negativamente

È rivolta alla prestazione o ai comportamenti della persona

È imprecisa

È precisa

Mira a colpevolizzare la persona

Mira a migliorare la prestazione e/o i comportamenti

Tendere a chiudere il dialogo

Mantiene aperto il dialogo

 

Saper dire di no

  • il “no” empatico si fonda su uno dei principi base del messaggio assertivo: l’empatia. È il modo meno aggressivo per respingere richieste  poco gradite. Ad es. possiamo declinare l’invito a cena di un amico dicendo “ti ringrazio dell’invito, mi fa molto piacere averlo ricevuto ma non posso venire perché ho del lavoro urgente da sbrigare…”
  • il “no” ragionato si declina l’invito indicando in modo chiaro le ragioni del rifiuto. Se le ragioni non sono una scusa il messaggio è onesto anche se non empatico. Ad es. se siamo invitati a giocare a poker possiamo rifiutare l’invito dicendo “no grazie non mi piace giocare a carte! ”
  • il “no”  manipolativo e seduttivo è una tecnica utilizzata per “fare i preziosi” o per suscitare nuove richieste da parte degli altri. Per identificare un messaggio di questo tipo spesso basta prestare attenzione ai messaggi metaverbali e prossemici
  • il no secco e inappellabile in questo caso il “no” non è seguito da spiegazioni di alcun tipo, né tanto meno da messaggi di natura empatica. È no e basta! L’individuo assertivo si serve di rado di questa modalità espressiva, perché tende a suscitare nell’altro una reazione aggressiva o comunque negativa


Parole chiavi

Comunicazione, Comunicazione non verbale, Stile passivo

Obiettivi/traguardi

Il percorso si propone di creare uno spazio di conoscenza sui temi della comunicazione inclusiva al fine di rendere esplicito e riconoscibile l’impatto che la comunicazione ha sulle persone nei contesti organizzativi.


Descrizione

  • Comprendere la comunicazione verbale e non verbale
  • Conoscere gli stili comunicativi
  • Comprendere gli elementi distintivi dello stile assertivo

Bibliografia

L'organizzazione inclusiva. Pari opportunità e diversity management, di Stefano Basaglia (Autore), Simona Cuomo (Autore), Zenia Simonella (Autore)

Global inclusion. Le aziende che cambiano: strategie per innovare e competere di Andrea Notarnicola